BOLLETTE LUCE E GAS: IL TAR LOMBARDIA SOSPENDE GLI AUMENTI

22/07/16

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Il Tribunale Amministrativo della Lombardia, con decreto  del 20 luglio ha temporaneamente bloccato gli aumenti tariffari di luce e gas scattati il 1° luglio, disponendone la sospensione in via cautelare  dei provvedimenti di aumento delle bollette di luce e gas decisi dall' Autorità garante per l’energia elettrica  e scattati lo scorso primo luglio. Infatti, l’AEEGSI aveva stabilito, con deliberazione n. 354/2016/R/EEL del 28 giugno 2016, un adeguamento del 4,3% della bolletta dell’elettricità e dell’1,9% della bolletta del gas. L’Autorità ha a sua volta proposto «immediata istanza di revoca  del decreto del TAR lo ritiene  basato su un’erronea rappresentazione degli elementi di fatto e di diritto rilevanti..

Il sospetto è che dietro gli aumenti vi siano solo speculazioni e non maggiori costi di approviggionamento. I maggiori costi annui in bolletta per gli uetnti sono stimati in circa 29 euro annui a famiglia. Ora, concretamente, le aziende che vendono energia elettrica dovranno sospendere i conteggi ai fini della fatturazione con la nuova tariffa ed effettuarli nuovamente sulla base della tariffa applicata prima del 1 luglio.

L’Autorità ha sottolineato l’esistenza di «strategie anomale» nel dispacciamento da parte degli operatori sul mercato dell’ingrosso, questa componente  insieme all’incremento della componente di approvvigionamento sarebbe alla base dell’incremento delle tariffe.  Le criticità secondo la stessa Auhority, «hanno portato ad un aggravio di costi per il sistema e a un’alterazione del normale meccanismo di formazione del prezzo».  Quindi l’Autorità ha avviato un procedimento, «intimando la cessazione immediata delle condotte anomale, riservandosi di avviare procedimenti sanzionatori per l’accertamento di eventuali violazioni dei regolamenti».
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda  conferma che  «che negli ultimi due-tre mesi si è osservato un significativo aumento dei costi di dispacciamento»

Anche il MISE ritiene che «il decreto cautelare del Tar conferma la necessità che venga fatta chiarezza sull’aumento anomalo dei costi di dispacciamento». Calenda ha inoltre sollecitato «la conclusione nei tempi prestabiliti di 60 giorni del procedimento di indagine avviato dall’Autorità e l’adozione di meccanismi sanzionatori adeguati e direttamente proporzionati all’entità degli aumenti».
Il decreto del Tar spiega che solo a conclusione del procedimento «in relazione ai casi di non linearità commerciale ed economica» avviato dalla stessa Autorità per l’energia elettrica e il gas «volto all’adozione di idonee misure prescrittive» alla luce anche «di potenziali abusi nel relativo mercato», possono essere «ridefiniti quegli aumenti già posti a carico dell'utente finale a decorrere dal primo luglio». Questi rincari, osserva il decreto, sono stati decisi «senza conoscere, alla data del 28 giugno, se effettivamente i relativi aumenti percentuali possano essere legittimamente ascritti all'utente finale stesso». Di qui la constatazione di «un immanente danno grave e irreparabile» e la decisione di accogliere il ricorso del Codacons rinviando la trattazione nel merito alla camera di consiglio del 15 settembre. 


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