Chi ha acquistato un'auto a rate tra il 2003 e il 2017 ha pagato interessi più alti: un cartello tra case automobilistiche e società finanziarie ha infatti falsato il mercato.
È quanto è emerso a chiusura delle indagini avviate da Antitrust e che ha portato a una sanzione collettiva da 678 milioni di euro.
Un vero e proprio cartello nella vendita di finanziamenti finalizzati all'acquisto di auto.
Un accordo che aveva l'obiettivo di allineare i tassi dei finanziamenti al livello di quello dei concorrenti, a discapito dei clienti finali. Ma non solo, a finire nel calderone del sistema anticoncorrenziale ci sono anche altri aspetti dei prestiti, come la durata, le spese, le commissioni e i contratti accessori.
È quanto emerso dall'indagine dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sulle case automobilistiche e sulle cosiddette captive bank, gli istituti collegati alle società che erogano i prestiti per l'acquisto delle auto a rate.
A conclusione di un procedimento avviato in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, l'Agcm ha imposto una maxi sanzione da 678 milioni di euro ai principali operatori del mercato.
Stando agli accertamenti dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, tra il 2003 e il 2017 i principali operatori con le loro finanziarie o con le banche appartenenti ai loro gruppi automobilistici (le captive bank) hanno messo in piedi un sistema anticoncorrenziale.
I soggetti coinvolti si sono scambiati informazioni su prezzi e quantità, influenzando così il mercato e, di conseguenza, anche le offerte per i clienti finali.
Le promozioni definite dalle case madri erano molto simili tra loro e le minime variazioni nelle condizioni dei prestiti offerti erano in realtà possibili solo attraverso l'intervento del concessionario che si accollava eventuali vantaggi riconosciuti ai clienti. Nella costruzione del maxi accordo avrebbero avuto
un ruolo chiave anche le associazioni di categoria Assofin (quelle delle imprese di credito al consumo) e Assilea (delle aziende di leasing).
Per i consumatori che hanno acquistato un'auto con un finanziamento tra il 2003 e il 2017, la principale conseguenza del comportamento anticoncorrenziale è stata quella dell'aver pagato interessi e spese più alti e dell'essere indotti a comprare i prodotti abbinati, a causa delle informazioni non corrette. Un danno vero e proprio per i clienti finali, per cui si prospetta ora il legittimo e giusto risarcimento.
I soggetti coinvolti sono sia le società automobilistiche che le captive bank legate alle società:
Le Società automobilistiche:
BMW AG, Daimler AG, FCA Italy S.p.A., Ford Motor Company, General Motors Company, Renault, Toyota Motor Corporation, Volkswagen AG.
Gli Operatori finanziari e captive bank:
Banca PSA Italia S.p.A., Banque PSA Finance S.A., Santander Consumer Bank S.p.A., BMW Bank GmbH, Mercedes Benz Financial Services Italia S.p.A., FCA Bank S.p.A.,CA Consumer Finance S.A., FCE Bank Plc., General Motor Financial Italia S.p.A., RCI Banque S.A., Toyota Financial Services Plc., Volkswagen Bank GmbH.
L'Ufficio Legale di AECI assiste i soci nelle controversie bancarie e finanziarie.
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