Da oltre un anno l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari del Liechtenstein (FMA) ha trasferito con effetto l’intero portafoglio assicurativo di Sikura Leben AG a Quantum Leben AG..
Il trasferimento è stato ordinato perché Sikura non soddisfaceva più i requisiti normativi di amministrazione sana e ordinata del portafoglio assicurativo.
Tutti i clienti sono stati informati del trasferimento forzoso, ma il valore della polizza è quasi azzerato rispetto volume ai premi pagati.
Le polizze sono state collocate, in gran parte, attraverso la società italiana A1 Life, regolarmente autorizzata allo svolgimento dell’attività di intermediazione assicurativa.
In base normativa assicurativa e finanziaria l’intermediario è responsabile della corretta informazione relativa alla adeguatezza della polizza rispetto agli obiettivi e alle esigenze assicurative del cliente, in particolare nel caso di polizze collegate all’andamento di attività sottostanti che possono influire notevolmente sul valore di riscatto.
La maggior parte dei clienti non era consapevole di acquistare un prodotto finanziario composto, a sua volta, da prodotti finanziari illiquidi e speculativi e che le polizza poteva arrivare a erodere completamente il diritto al riscatto, sia per l’andamento degli attivi sottostanti sia per le elevate commissioni di gestione.
Il trasferimento della polizza a Quantum mantiene in vita il rapporto assicurativo, ma non protegge dalla riduzione di valore della polizza perché i premi dei clienti sono stati investiti in speculazioni finanziarie che si sono risolte in forti perdite, di cui hanno fatto le spese i clienti.
In altre parole Sikura Life ha investito i denari dei clienti senza alcun rischio da parte sua e, anzi, beneficiando delle elevate commissioni di gestione pagate.
In conclusione, tutti i contraenti si sono visti recapitare un estratto conto in cui a fronte di migliaia di euro versate, il valore di riscatto è ridotto quasi a zero.
I clienti delusi dalla vicenda, impossibilitati ad intervenire nei confronti di Sikura Life perché in stato di insolvenza, nemmeno possono reclamare nei confronti di Quantum perché quest’ultima ha semplicemente ereditato le posizioni per effetto dei provvedimenti dell’autorità di vigilanza.
Da quello che si osserva sulle casistiche a noi pervenute, emerge una generale carenza di informative ai clienti, che comunque deve essere verificata caso per caso e ricondotta alla responsabilità degli intermediari e consulenti nel collocamento dei prodotti ai fini dell’eventuale risarcimento dei danni.
Ma le criticità delle polizze unit linked sono piuttosto generalizzate. Secondo l’analisi contenuta nell’ultima relazione della Eiopa, l’ente europeo che sovrintende al mercato assicurativo, il ritorno medio delle polizze del Liechtenstein tra il 2015 ed il 2019 è stato pari a zero con un costo annuo pari al 2,7%.
Nei prospetti informativi di queste polizze si fa leva sui clienti sulla fiscalità agevolata ed esaltando una presunta redditività dello strumento con assenza di rischi per il contraente. La realtà, in numerosi casi si è rivelata ben diversa.
La stessa Quantum Leben, pur essendo una solida realtà, in passato ha collocato numerose polizze poi totalmente azzerate perché composte da prodotti illiquidi, gestiti da organismi con sede alle Bermuda o riconducibile al gestore svizzero Novium finiti in stato di liquidazione.
Stessa sorte, e più ampia risonanza hanno suscitato le polizze di ValorLife dove, insieme ai risparmi di molti privati, sono svaniti 600.000 euro investiti dalla diocesi di Pesaro in un fondo sottostante anche esso ad alto rischio e illiquido.
Anche a ValorLife è stata revocata dalla Fma l’autorizzazione ad operare insieme a quello della Wealth Assurance. Il portafoglio delle due assicurazioni è stato trasferito a Skandia Leben pure coinvolta in passato in controversie su prodotto assicurativi a contenuto finanziario.
Continuano in Corte d’Appello i processi relativi alla polizza FundLife Capital, emessa da CapitalLeben, impresa poi incorporata in Swiss Life Ag Liechtenstein. Anche in questo caso il capitale investito dai contraenti in un fondo di Andorra ha visto il sostanziale azzeramento dei risparmi dei contraenti. Dal canto loro, le imprese assicurative si difendono rimandando ai broker e intermediari italiani la responsabilità per non avere correttamente spiegato il prodotto ai clienti finali.
L’Ivass di recente allarmata dal comportamento poco trasparente di queste assicurazioni, ha chiesto ed ottenuto che la stessa FMA disponesse la sospensione di un prodotto destinato al mercato italiano emesso da Prisma Life.
In conclusione le ripercussioni del collocamento selvaggio di polizze unit-linked si sono abbattute sui risparmiatori il cui rimedio, allo stato attuale, è di avanzare reclamo nei confronti dell’agente, broker o intermediario e, ove necessario, attivare al più presto le procedure giudiziarie per fare valere le responsabilità.