La Banca Popolare di Bari lancia le proprie proposte per i soci investitori nelle azioni impossibili da vendere. Il comunicato è stato diramato ieri dal gruppo bancario pugliese ora guidato dall’amministratore delegato, Vincenzo De Bustis, con un piano che dovrebbe puntare a “risarcire i soci delusi”?
Il pacchetto prevede un plafond da 350 milioni di euro per finanziare prestiti personale, fino a 10 mila euro con un tasso dello 0,9%, o fino a da 40.000 euro con tasso del 3%, entrambi della durata massima di dieci anni.
Ai soci verrà inoltre messo a disposizione un voucher per accedere a un mutuo fino a 40 anni e dell’importo massimo di 300 mila euro, con uno spread dello 0,75% per i primi dieci anni e dell’1% per gli anni successivi. Ai mutuatari, che disporranno di un plafond iniziale di 250 mila euro, verrà offerta una polizza assicurativa in caso di morte il cui costo sarà a carico della banca. Infine la banca offre ai soci un voucher per una polizza Long Term Care, anch’essa a carico della banca, che prevede l’erogazione di una rendita mensile a favore in caso di non autosufficienza.
Insomma si tratta di misure che possono anche interessare chi ha perso azioni per 5 o 10 mila euro, ma difficilmente potranno soddisfare chi ha investito diverse decine, e a volte centinaia, di migliaia di euro in azioni, e che oggi è pressocché impossibile vendere, nemmeno alla quotazione crollata a 2,38 euro sul mercato telematico Hi-Mtf.
Ricordiamo che la banca negli anni passati, e soprattutto in occasione dell’aumento di capitale del 2014 ha messo in atto un massiccia campagna di sollecitazione all’investimento, impegnando tutte le filiali a sollecitare i clienti per l’acquisto di massicce quantità di azioni. Così sono stati rastrellati i risparmi di famiglie, le liquidazioni di dipendenti, i guadagni di professionisti e imprenditori, tutti soggetti che confidavano in un investimento sicuro ed invece sono stati vittime delle necessità di cassa, proprio come accaduto in altre banche.
Non è un caso che dall’esito di ispezioni della Consob sono arrivate sanzioni alla banca per varie violazioni delle regole in materia di collocamento e negoziazione delle azioni. Inoltre numerose decisioni favorevoli dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie hanno condannato la banca a risarcire gli azionisti le violazioni nella vendita delle azioni.
Il piano della Popolare di Bari prevede un rafforzamento patrimoniale che dovrebbe permettere di rastrellare ancora una somma che oscilla tra i 200 e i 300 milioni o attraverso un aumento di capitale o attraverso l’emissione di un bond subordinato.
Più difficile l’opzione di un aumento di capitale che, oltre alle difficoltà insite nell’operazione, finirebbe per diluire le partecipazioni dei soci.
Il 31 dicembre 2019 scade il nuovo il termine per completare la riforma che impone la trasformazione agli istituti che superano gli 8 miliardi di attivi. All’appello mancano ancora la Popolare di Bari e quella di Sondrio. Non sono stati rari i casi in cui, a fronte dei reclami dei risparmiatori i consulenti delle filiali hanno invocato l’attesa della trasformazione, che, a loro dire dovrebbe cambiare molti scenari. In realtà nessun significativo impatto potrà avere l’attesa trasformazione sul valore delle azioni, mentre i risparmiatori, soprattutto quelli più esposti, stanno già percorrendo la via giudiziaria, soprattutto attraverso gli uffici legali di associazioni di consumatori.
A questo proposito il suggerimento dell’ufficio legale Aeci, con il responsabile avv. Francesco Giordano, è di inviare a mezzo raccomandata A/R una lettera di reclamo allo scopo di interrompere ogni termine di prescrizione, per salvaguardare successive azioni legali per gli investimenti fatti in epoca più remota.
Link e documenti:
Comunicato 11 febbraio 2019
AECI assiste i soci nelle controversie relative a azioni o obbligazioni emesse e collocate da Banca Popolare di Bari, o da altri istituti non quotati.
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