COMPLICANZE DEL PARTO: ERRORE MEDICO E DANNI IRREVERSIBILI AI NEONATI

21/02/18

Ad oggi in Italia sono numerosi i casi di danni permanenti causati ai neonati da complicanze legate al momento del parto. Errata valutazione del quadro clinico generale di madre e bambino da parte dei medici o ritardi negli interventi d’urgenza che potrebbero evitare problemi di salute permanenti al nascituro sono spesso le cause di situazioni irreversibili che purtroppo compromettono per sempre le condizioni di vita del neonato e della sua famiglia. Emblamatico appare, ad esempio, il caso trattato dalla sezione civile del Tribunale di Rimini che ha condannato la AUSL Romagna ad un maxi risarcimento nei confronti dei familiari di 3 milioni di euro. La madre del nascituro si era presentata in ospedale nell’autunno del 2009, a 39 settimane e 4 giorni di gravidanza, per una prematura rottura delle membrane, ma  i medici avevano atteso ben 31 ore prima di indurre il travaglio per far nascere il piccoloE questo ritardo ha provocato nel neonato una lesione cerebrale irreversibile, che lo ha reso disabile al 100%. Le perizie eseguite dai periti del Tribunale hanno evidenziato che “i danni cerebrali irreversibili del minore sono integralmente ascrivibili alla condotta dei sanitari. Se il travaglio fosse stato indotto cinque ore prima si sarebbero evitati gli esiti dell’asfissia acuta”. Secondo i giudici “i sanitari hanno violato la regola prudenziale che, in presenza di aumentato rischio infettivo, suggerisce l’induzione del parto al fine di fronteggiare le complicanze quali ipossia”. Altro caso legato ad errore medico nei momenti immediatamente successivi al parto è  quello per il quale solo a settembre 2016 si è arrivati a sentenza diventata ora titolo esecutivo. La sentenza del Tribunale di Roma riguarda la vicenda di un neonato colpito da paralisi cerebrale subito dopo il parto all’ospedale San Pietro-Fatebenefratelli di Roma, in seguito ad una mancata trasfusione. Il Tribunale ha stabilito che c’è colpa medica riconoscendo alla famiglia un risarcimento record di 3 milioni di euro. La perizia medico-legale, disposta dal Giudice nel corso del procedimento ha confermato il nesso tra la paralisi cerebrale e l’omessa trasfusione  che, invece, sarebbe stata necessaria dal momento che nel piccolo era stato riscontrato un altissimo livello di bilirubina nel sangue causato dall’incompatibilità del suo gruppo sanguigno con quello della madre. I danni permanenti causati al minore sono gravissimi: paralisi celebrale infantile, ritardi neuro-cognitivi, distonia, sindrome atetosica, ipoacusia e problemi alla vista. Inoltre le menomazioni psicofisiche del ragazzo hanno reso difficilissime le condizioni di sussistenza economica dell`intero nucleo familiare. Contro la sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale Civile di Roma, l’ospedale ha fatto appello al fine di ottenere la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza, ma la Corte d’Appello di Roma ha respinto la richiesta perciò la famiglia preannuncia l’imminente avvio dell’esecuzione forzata.
 Nei casi in cui il ritardo nella risoluzione delle complicanze del parto o gli errori medici incidano sulla qualità della vita del nascituro e del suo nucleo familiare può configurarsi la responsabilità sanitaria e il diritto dei congiunti al risarcimento del danno, parametrato all’ entità del danno subito.


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