DIAMANTI DA INVESTIMENTO: I RETROSCENA DI BANKITALIA SVELATI DA “REPORT”

14/12/21

Un nuovo servizio, messo in onda dalla trasmissione televisiva  “Report” rivela il coinvolgimento dei massimi livelli di Mps nel sistema di distribuzione e vendita dei diamanti.

Nella puntata del 13 dicembre l’intervista a una fonte interna al team ispettivo di Bankitalia  parla delle lacune del sistema di vigilanza di Bankitalia sulle banche, che avrebbe ignorato le segnalazioni del Team ispettivo di Mps sulle pratiche di  Mps, che vendevano ai loro clienti diamanti a prezzi moltiplicati rispetto al valore reale, così come anche Banca Intesa, Unicredit e Banco BPM con i vertici di Bankitalia che  mostravano disinteresse e anzi invitavano l’ispettore a  rinunciare ad approfondire la vicenda.

Ricorda la redazione che,  nel 2016, grazie servizi della trasmissione,   era emerso il fatto, che banchieri e commercianti di diamanti avevano messo insieme una specie di schema “Ponzi”, ovvero un vero e proprio sistema truffaldino.   La tecnica prende il nome da Charles Ponzi, un immigrato italiano negli Stati Uniti, che con la sua truffa coinvolse oltre 40.000 persone e arrivò a raccoglierne oltre 15 milioni.

Secondo il racconto dell’allora ispettore di Bankitalia Carlo Bertini,  i funzionari del team avevano scoperto che gli accordi per la vendita dei diamanti da investimento riguardano i vertici di MPS con DPI (Diamond Private Investment) che certamente avevano conosciuto e approvato il progetto.   Le segnalazioni sono state ignorate dai responsabili della vigilanza e, anzi lo stesso funzionario è stato rimosso dall’incarico e, addirittura, con un tentativo di farlo allontanare definitivamente dal lavoro  attraverso il deferimento alla commissione medica per presunti problemi mentali.

Le rivelazioni dell’ex ispettore mostrano che nemmeno Bankitalia può chiamarsi completamente fuori da responsabilità, avendo omesso di esercitare tempestivamente i poteri di vigilanza che avrebbero potuto mettere fine molto prima alle vendite di diamanti in danno dei risparmiatori.

Per quanto riguarda i risarcimenti, dopo una iniziale resistenza, la vicenda si è risolta con la disponibilità di molte banche – principalmente Unicredit per i diamanti di IDB (fallita)  e  MPS i diamanti di DPI  – a restituire integralmente l’investimento, e chiudere, così, ogni controversia legale con i clienti.  Invece, BMP, che pure è la banca che ha operato il maggior volume di vendite, ha deciso di offrire solo un ristoro parziale,  e continua a coltivare molte controversie, nonostante i giudici di tutta Italia, in numerose sentenze, abbiano riconosciuto la totale responsabilità della banca.

Al momento,  di 1.300 milioni di euro incassati per le vendite di diamanti, le banche hanno restituito circa 900 milioni. Mancano cioè all’appello almeno 400 milioni di euro, pagati da clienti che non hanno ancora mai rivendicato alcun risarcimento.

Ricordiamo che il nostro ufficio legale, in collaborazione con lo studio legale LexOpera, fra i primi in Italia ad assistere i clienti e portare la vicenda nei tribunali, è impegnato a concludere le cause ancora pendenti, in particolare con BPM.  Continua invece la vicenda penale, dove sono indagate centinaia di persone per vari reati e dove anche potranno essere fatti valere eventuali diritti di clienti truffati, attraverso   la costituzione di parte civile.

Per  informazioni e aggiornamenti sulle iniziative legali in corso invitiamo a contattare i nostri recapiti.

 

Link e documenti:
Report puntata del 13 dicembre 2021

Articoli precedenti:
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DIAMANTI DA INVESTIMENTO: LA BANCA DEVE RIPAGARE L’AZIENDA
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DIAMANTI: NUOVA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI LUCCA

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